Consumismo ed integrità morale

Since the post I'm about to answer to was written in Italian I thought it was a good idea to write it in Italian. So, if you don't speak Italian, you can probably skip this one. Or not, maybe you can have fun trying to read it anyway.


Il post al quale voglio andare a rispondere—anche se risposta è una parola grossa—è il seguente: Harry Potter e la pietra dello scandalo. Dico parola grossa perchè non è realmente una risposta la mia, più un commento personale su quello che Lorenzo ha scritto. Inutile dire che sarebbe cosa utile e saggia leggere prima il suo post e magari, già che sei li, puoi pure pensare di iscriverti al suo Substack. La domanda che ha posto ad inizio articolo è interessante:

Come gestiamo la copertura di prodotti che alla base hanno autori e autrici o aziende controverse?

Il contesto è l'uscita del gioco Hogwarts Legacy e il suo ovvio legame con J.K. Rowling, autrice che nel passato più recente ha causato una serie di controversie per quello che ha scritto, per lo più su Twitter (credo, non sono esattamente super aggiornato sulla situazione perchè, francamente, non me ne potrebbe fregare di meno di lei e di cosa succede su Twitter). Il tema è un po' sempre quello e viene fuori periodicamente, ogni volta che un personaggio nel panorama dello spettacolo/arte/intrattenimento è coinvolto in qualche scandalo: come ci si rapporta con l'arte quando l'artista ha visioni discutibili? La metto giù così la domanda giusto per rimanere vago perchè essere più specifici non ha alcuna rilevanza con il tema di questo post.

La domanda extra che pone Lorenzo è come si devono comportare le persone che, come lui, si ritrovano a dover coprire alcuni prodotti da un punto di vista mediatico. Non tenterò di riassumere la sua posizione e il suo post è ad un click di distanza quindi, se ti interessa, vai a leggerlo e salto direttamente alla mia di opinione.

Se il tuo lavoro è, per esempio, fare review di videogiochi e io, da consumatore, vengo da te per una review di un videogioco, quello che mi aspetto è una review di un videogioco. Che sia chiaro: quello che intendo dire non è che non ci deve essere spazio per altre cose, che non sia giusto discutere tematiche più ampie ed importanti. Ma dico che ci sia un tempo e un modo giusto per ogni cosa. E se da una parte è giusto provare un minimo ad influenzare le discussioni e spingere un po' alcune tematiche sociali, dall'altra è importante ricordare anche che non possiamo alienare interi gruppi della popolazione tartassandoli con tematiche "cariche" in continuazione. Questo non perchè non sia importante, ma perchè è controproducente.

Come in tutte le cose, serve trovare il compromesso. Serve pazienza, serve perseveranza. I cambiamenti sociali non avvengono dall'oggi al domani. Richiedono tempo. E come giustamente scrive Lorenzo, serve anche un po' di coraggio da parte di chi i contenuti li crea, serve la volontà di esporsi, di condividere le proprie opinioni personali e di essere disposti ad ingaggiare in discussioni più o meno scomode. Perchè senza dialogo—quello vero, quello costruttivo—non si va da nessuna parte.

Quindi ok il boicotto, ok il post sui social ma non fermiamoci li. Proviamo a parlarne delle cose. Confrontiamoci, scambiamo opinioni, approfondiamo. Solo così le cose possono progredire.

Where do you go from here?

Follow via RSS or Email. Donate on Ko-Fi. Thoughts? Comments? Feeling lonely? Want me as your first reader? Get in touch. Sometimes I send a newsletter from the top of a mountain. I ask people to talk about themselves and their blogs on "People and Blogs".